Sergio Lombardi si occupa della difesa e tutela di proprietari, piccoli gestori di strutture turistiche extra-alberghiere e di locazioni turistiche e property managers. È autore di numerosi articoli in quotidiani economici e riviste specializzate e relatore in convegni e conferenze. Back to home page
ROMA: IN ARRIVO L’ACCORDO AIRBNB SUL CONTRIBUTO DI SOGGIORNO?
Maggiori risorse dalla City Tax a Roma, ma anche maggiori controlli e lotta all’evasione
Sul portale di Roma Capitale è stato pubblicato un comunicato stampa dal titolo “contributo soggiorno finanzierà promozione della città”. Secondo il comunicato, “L’Assemblea Capitolina ha approvato la mozione n. 193 del 2019, con cui si stabilisce che il contributo di soggiorno vada per intero a finanziare attività di promozione cittadina.” All’annuncio sono seguiti articoli che lasciano erroneamente intendere che l’intera city tax riscossa dal Comune di Roma - 130 milioni di euro nel 2018 - finanzierà solo le attività di promozione.
Fact checking: in realtà, da una analisi più approfondita del testo della mozione e dalle informazioni disponibili nel portale Deliberazioni e Atti della Capitale , emergono altri elementi:
la quota destinata alla promozione turistica della città riguarda solo l'ammontare del contributo di soggiorno derivante da eventuali convenzioni con piattaforme telematiche, in aggiunta a quello già riscosso dal Comune attraverso gli ordinari canali;
molto probabilmente la destinazione delle maggiori entrate da “piattaforme telematiche” si riferisce ad Airbnb (la piattaforma con il maggior numero di accordi con i comuni per la riscossione e riversamento dell’imposta di soggiorno – a maggio 2019 si contavano accordi con 23 comuni);
oltre che alla promozione e valorizzazione turistica, il contributo verrà anche destinato ad azioni di adeguamento degli spazi pubblici turistici in favore dei disabili sensoriali;
verranno potenziati i controlli sulle strutture ricettive e alloggi turistici e la lotta all’evasione fiscale;
si tratta di una (apprezzabile) azione politica trasversale, attraverso una mozione sottoscritta congiuntamente da esponenti della maggioranza e dell’opposizione.
Non si tratta quindi della destinazione al turismo dell’intero incasso del contributo di soggiorno, cosa che non sarebbe comunque realizzabile poichè il contributo è nato con legge speciale nel 2010 per garantire l'equilibrio economico-finanziario della gestione ordinaria della Città di Roma.
Va qui ricordato che, per tutti gli altri comuni italiani che applicano l’imposta di soggiorno (1.000 nel 2019) , la tassa può invece finanziare solo interventi in materia di turismo, beni culturali e ambientali locali e relativi servizi pubblici locali. Approfondimento sulla city tax su Hospitality News
AGGIORNAMENTO DEL 1/10/2019
Conferme all'accordo dal post della Raggi del 19/9 su facebook: "altri 15 milioni arriveranno annualmente grazie alla convenzione che stiamo chiudendo in queste settimane tra Roma Capitale e i gestori dei portali telematici, che saranno tenuti ad applicare, riscuotere e versare il contributo di soggiorno nelle casse comunali, esattamente come fanno albergatori e gestori di alloggi destinati alle locazioni brevi."
Ulteriori conferme nell'intervista all'Assessore al Turismo Cafarotti pubblicata il 29/9 su Il Foglio: "siamo stati noi a firmare la convenzione che porterà i portali telematici a versare il contributo di soggiorno". "ho chiesto che i maggiori introiti che derivano dall’accordo con i portali telematici siano destinati a questo: se tutto va bene nel biennio 2020-21 raddoppieremo gli importi destinati alla promozione turistica”
DATI PREVISIONALI
Purtroppo non sono disponibili stime sugli incassi previsionali del contributo di soggiorno, nè tantomeno sulla quota differenziale che Roma si attende dai portali. La gestione delle entrate degli enti locali, seguendo differenti meccanismi di finanza pubblica, non è paragonabile come accuratezza e trasparenza alle regole applicabili al bilancio dello Stato.
Sicuramente ci sarà un effetto sostituzione, perchè la maggior parte delle strutture ricettive e locazioni turistiche sono pubblicate sui portali, e quindi la maggior parte delle entrate cittadine da city tax proverrebbero a quel punto dalle OTA e non più dalla gestione “diretta”, attualmente ancora applicata a Roma dal 2011.
IMPATTO POSITIVO SUGLI HOST.....
La destinazione di una quota parte del contributo di soggiorno (le maggiori entrate da portale) sembra formalmente sostenibile, soprattutto se bipartisan, e va considerata positivamente, non solo perchè restituisce risorse provenienti dal turismo al settore turistico, ma anche perchè semplificherà la vita degli host.
A Roma quasi 20mila proprietari e gestori di strutture ricettive e, da aprile 2018, anche di locazioni turistiche, invocano un accordo fra il colosso dell’home sharing e il Comune, per ridurre gli adempimenti e i rischi per agenti contabili e responsabili d’imposta – si ricorda la massiccia azione di riscossione avviata dal Dipartimento Risorse Economiche ed Aequa Roma da giugno 2019
E così, dopo la delibera bocciata in Campidoglio che proponeva l’introduzione di POS presso le strutture per la riscossione telematica diretta del contributo di soggiorno dagli ospiti, potrebbe arrivare in breve tempo anche a Roma l’accordo con il portale più popolare nell’extra-alberghiero.
....E SUI PROPERTY MANAGERS
Il beneficio per la semplificazione conseguente all’accordo con il portale sarà proporzionalmente maggiore per i Property Managers, che concentrano un numero elevato di appartamenti, che comportano loro costi amministrativi elevatissimi per gli adempimenti fiscali. Quando sarà effettivo l’accordo con le piattaforme di prenotazione, l’impatto organizzativo delle pratiche relative al contributo di soggiorno sarà ridotto.
FEDERALBERGHI CONTRO L’ACCORDO
L’Associazione degli albergatori romani continua tuttavia ad opporsi con fermezza a qualsiasi convenzione con i gestori dei portali telematici per la riscossione del contributo in maniera differenziata da quello alberghiero.
“Saremo pronti a riservarci azioni su tutti i fronti, non escluso quello giudiziario se non venisse assicurata la dovuta trasparenza nei controlli come avviene per le strutture alberghiere in caso di adozione di decisioni in tal senso da parte di Roma Capitale”, assicura il Presidente di Federalberghi Roma Giuseppe Roscioli.
Sicuramente il Presidente Roscioli si riferisce alla analiticità dei dati relativi alla tassa che verrebbe versata dal portale: negli accordi in vigore fra Airbnb e gli altri Comuni, non è previsto il dettaglio individuale per ogni struttura, ma solo pagamenti collettivi.
RIVOLUZIONE NEGLI ADEMPIMENTI
Se, innegabilmente, la riscossione del contributo di soggiorno da parte del portale solleverà i titolari da buona parte degli adempimenti fiscali locali, una applicazione dell’accordo in corso d’anno creerebbe nell’immediato una certa confusione di ruoli e di dati.
Ipotizzando che l’accordo possa essere effettivo a settembre 2019, i primi problemi di coordinamento nascerebbero già ad ottobre, in cui gli host romani dovranno dichiarare e versare il contributo del terzo trimestre. In quel caso, i primi due mesi (luglio e agosto) saranno già stati riscossi direttamente dai titolari, mentre settembre verrà riscosso attraverso il portale.
In attesa di indicazioni dell’Amministrazione Capitolina, auspichiamo semplificazione negli adempimenti sui portali Roma Capitale e Tributi Roma.
Provando a ipotizzare, nel nuovo scenario, Comunicazione trimestrale e versamento del III trimestre 2019 e i successivi adempimenti dovranno comprendere solo quanto gestito direttamente dagli host (cioè il contributo di soggiorno incassato prima dell’accordo).
ESEMPIO
Accordo operativo dal 1/9/2019 (ipotesi: Airbnb è fra le piattaforme con cui Roma stipulerà convenzioni)
16/10/2019: la comunicazione e il versamento del III trimestre comprendono solo il contributo riscosso a luglio e agosto, oltre all’indicazione che il contributo da settembre viene riscosso integralmente da Airbnb.
16/01/2020: la comunicazione del IV trimestre andrà comunque presentata, indicando che il contributo del trimestre viene riscosso integralmente da Airbnb.
30/1/2020: il Modello 21 del 2019 andrà presentato comunque, per la quota di contributo di soggiorno riscosso (da gennaio ad agosto 2019) e indicando nuovamente il portale incaricato della riscossione dal settembre 2020.
Gli esempi non comprendono i casi in cui il contributo viene incassato direttamente dalla struttura, fuori dal portale, come ospiti diretti, prolungamenti del soggiorno, e aggiunta di nuovi ospiti al gruppo prenotato. In questi casi, gli adempimenti devono evidenziare la quota diretta di contributo di soggiorno gestito.
Restano da approfondire situazioni complesse, in cui gli ospiti provengono da diversi portali, uno solo dei quali ha l’accordo, o la questione del rimborso della city tax da parte del portale nel caso di cancellazioni degli ospiti, o ancora la gestione delle esenzioni (bambini under 11, residenti, forze dell’ordine, ospiti oltre la decima notte e altre categorie).
Restiamo quindi in attesa dell'annuncio dell'accordo da parte del Comune, augurandoci semplicità di attuazione dell'accordo negli adempimenti per gli host e property managers romani.
In questa pagina: immagine dal portale Roma Tributi. Le immagini presenti in questo articolo sono riprodotte e i testi citati e riportati ai soli fini dell'illustrazione della vicenda e dell'identificazione delle parti, senza alcun scopo di lucro.
Prego i lettori di lasciare i loro dati nel form a fine pagina, per essere aggiornati direttamente su questa e altre vicende che riguardano extra-alberghiero e locazioni turistiche. Grazie, Sergio
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